Terapia

Spondiloartrite assiale, risposta duratura per almeno 3 anni con etanercept

I pazienti con spondiloartrite assiale in fase iniziale trattati con etanercept per 3 anni mostrano una risposta consistente e duratura al farmaco. È quanto emerge dai dati a lungo termine dello studio ESTHER, un lavoro di autori tedeschi, di cui sono appena stati pubblicati gli ultimi risultati sul Journal of Rheumatology.

Nell’introduzione, i ricercatori spiegano che, nei pazienti con spondiloartrite assiale in fase iniziale che non rispondono al trattamento con FANS, gli inibitori del TNF alfa (adalimumab, infliximab, etanercept e, più di recente, certolizumab) hanno dimostrato di essere efficaci nel breve termine e uno studio su adalimumab ha mostrato una risposta stabile al farmaco per almeno 2 anni.

Tuttavia, nel caso della spondiloartrite assiale in fase iniziale mancano dati di efficacia a lungo termine che arrivino ai 3 anni.

Per colmare questa lacuna, un gruppo guidato da Joachim Sieper, dell’Università di Berlino, ha provato a valutare l'efficacia a lungo termine di 3 anni di trattamento continuativo con etanercept in un gruppo di pazienti con spondiloartrite assiale attiva in fase iniziale malati da non più di 5 anni, con segni di infiammazione attiva alla risonanza magnetica total body a livello della colonna vertebrale e/o dell’articolazione sacro-iliaca.

Nel lavoro appena pubblicato, gli autori riportano i dati sugli effetti di 3 anni della terapia con etanercept in pazienti con spondiloartrite assiale attiva iniziale, facendo anche un confronto tra gli outcome dei pazienti con spondiloartrite assiale radiografica (o spondilite anchilosante) e quelli dei pazienti con spondiloartrite assiale non radiografica.

Lo studio ESTHER originario (pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseaes nel 2011) ha coinvolto 76 pazienti, di cui 40 trattati con etanercept e 36 con sulfasalazina per 48 settimane. Nel lavoro appena uscito, gli autori hanno analizzato le caratteristiche cliniche, di laboratorio e la risposta visibile alla risonanza magnetica in 61 pazienti, di cui 31 con spondilite anchilosante e 30 con spondiloartrite assiale non radiografica, che sono stati trattati continuativamente con entanercept per 3 anni consecutivi.

Di questi 61 pazienti, 22 hanno continuato ad assumere etanercept dopo il primo anno, 26 sono passati dal trattamento con sulfasalazina a quello con l’anti-TNF e 13 facevano parte dei 17 in remissione alla fine del primo anno di studio, ma hanno poi avuto un flare e sono stati quindi trattati nuovamente.

Nei 61 pazienti studiati, il punteggio medio dell’indice BASDAI è diminuito, passando da un valore iniziale di da 5,7 (± 1,3) a 2,6 (± 2,4) al terzo anno di terapia, mentre quello dell’indice ASDAS è diminuito da 3,4 (± 0,8) a 1,5 (± 1,0).

Dopo 3 anni, i pazienti che hanno raggiunto uno stato di inattività della malattia in base ai punteggi dell’indice BASDAI sono risultati il 41% e quelli in remissione parziale in base al punteggio dell’indice ASAS il 30%.

Anche i valori medi dei punteggi dell’osteite ottenuti dalla risonanza magnetica della colonna vertebrale e delle articolazioni sacro-iliache hanno mostrato una diminuzione significativa, passando da 7,1 (± 6,4) al basale a 2,2 (± 2,5) al terzo anno a livello dell’articolazione sacro-iliaca e da 1,7 (± 3,4) a 0,9 (± 1,8) a livello vertebrale.

Le percentuali di risposta nel gruppo di pazienti con spondiloartrite assiale non radiografica sono risultate simili e almeno altrettanto buone rispetto a quelle del gruppo di pazienti con spondilite anchilosante per tutte le misure di outcome.

Inoltre, le percentuali di risposta sono risultate simili indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero assunto etanercept o sulfasalazina durante il primo anno e indipendentemente dal fatto che fossero stati ritrattati dopo la riattivazione.

“In questo studio con follow-up a lungo termine su pazienti con spondiloartrite assiale in fase iniziale, il trattamento continuativo per 3 anni con etanercept ha mostrato un’efficacia prolungata sugli outcome riferiti dai pazienti, sui valori di laboratorio, e, fatto importante, sull’infiammazione attiva visibile alla risonanza magnetica” scrivono Sieper e i colleghi nelle conclusioni, aggiungendo che il farmaco ha mostrato anche un buon profilo di sicurezza.

Inoltre, sottolineano i ricercatori, “i dati a lungo termine relativi al sottogruppo con spondiloartrite assiale non radiografica e con segni di infiammazione attiva alla risonanza magnetica sono risultati buoni tanto quanto quelli dei pazienti con spondilite anchilosante di lunga durata”. Pertanto, concludono, “questi dati sottolineano l'importanza della diagnosi precoce e di un trattamento tempestivo efficace, oltre a confermare il concetto che la spondiloartrite assiale include in sé sia la spondiloartrite assiale non radiografica sia la spondilite anchilosante”.

Alessandra Terzaghi

I.H. Song, et al. Consistently good clinical response in patients with early axial spondyloarthritis after 3 years of continuous treatment with etanercept: Longterm data of the ESTHER Trial. J Rheumatol. 2014; doi: doi: 10.3899/jrheum.140056.
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