Malattie reumatiche

Associazioni in Rete: "Vaccini, diamo priorità a chi ha una patologia e a chi dà loro cura"

Regna il caos: tutte le Regioni stanno adottando criteri diversi per le vaccinazioni. I centri vaccinali non sono organizzati tutti allo stesso modo, mancano le informazioni utili a conoscere dove si possono fare le inoculazioni. Non si sa ancora quante dosi e di quali vaccini arriveranno e, soprattutto, non si sa quando i pazienti con una patologia a maggior rischio di esiti letali se contrae la Sars-CoV-2 potrà fare il vaccino e dove e se potrà farlo nel caso abbia delle allergie.

È questo il quadro in cui si inserisce la lettera sottoscritta da 50 sigle tra associazioni pazienti e federazioni di pazienti unite nel network “Associazioni in Rete” e indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Ministro per gli affari regionali Mariastella Gelmini, e al Commissario straordinario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo.

“Le associazioni di pazienti che sottoscrivono questo appello vogliono sottolineare l’importanza di attuare immediatamente tutte le misure di programmazione ed esecuzione delle vaccinazioni che permettano a tutte le persone con fragilità, ai loro caregiver e familiari di poter accedere quanto prima alle vaccinazioni”, si legge nella lettera, in cui si chiede, in particolare di: “dare la possibilità ai medici di medicina generale a ai pediatri di libera scelta di individuare i loro pazienti a rischio e di garantire le dosi di vaccino necessarie alla loro vaccinazione garantendo così, al contempo, anche una anticipazione delle vaccinazioni ai soggetti fragili e ai loro familiari/caregiver; che venga stilato un piano di accesso alla vaccinazione per i pazienti con patologia/multimorbidità e i loro familiari/caregiver attualmente non previsti come prioritari nel piano vaccinale; che vengano attivati tutti i centri vaccinali pubblici e privati nonché luoghi pubblici e privati presso i quali allestire secondo norme di sicurezza, centri vaccinali di prossimità (centri sportivi, palestre, teatri, cinema, ecc) attuando, in breve, ogni possibile azione volta a facilitare, aumentare e velocizzare la vaccinazione di tutte le persone fragili e affette da patologia oltre che presso i centri sanitari anche sui luoghi di lavoro”.

Antonella De Minico

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