Malattie reumatiche

Bifosfonati, migliore tollerabilità gastrica grazie all'evoluzione tecnologica

Introdotti in terapia circa quarant’anni fa, i bifosfonati rappresentano attualmente la classe di farmaci maggiormente utilizzata per curare l'osteoporosi e l’osteopenia. Questi prodotti agiscono principalmente attraverso l’inibizione del riassorbimento osseo mediato dagli osteoclasti anche se, più recentemente, alcuni studi hanno indicato un meccanismo d’azione alternativo, che comporta un aumento dei meccanismi di differenziazione delle cellule osteoblastiche. La combinazione dei due processi ha quale effetto finale una riduzione nel turnover del tessuto osseo con conseguente aumento nell’emivita dello stesso tessuto. In ultimo, dopo trattamento con bifosfonati, si osserva una maggiore resistenza dell’osso e un ridotto rischio di frattura.

Tra i bisfosfonati, l’alendronato, grazie alla sua provata efficacia a ridurre il rischio di fratture vertebrali e femorali, è il farmaco più utilizzato nel trattamento dell’osteoporosi. Questo farmaco richiede l’assunzione a digiuno, con abbondante acqua, e in posizione eretta. Quando non assunto in modo corretto, il farmaco può determinare eventi avversi che interessano il tratto gastroesofageo.

In effetti i bisofosfonati sono riconosciuti come sostanze irritanti per l’esofago, ed è noto che le compresse di alendronato, se non assunte correttamente, possono causare la così detta “esofagite da contatto” determinata dal contatto prolungato di particelle del farmaco con la mucosa esofagea.

Inoltre, è stato dimostrato che, in presenza di un pH acido, come può accadere in caso di reflusso gastrico,  alendronato è presente non già nella sua forma neutra, ma come acido, e risulta particolarmente lesivo. L’insieme di questi fattori determina una riduzione dell’aderenza dei pazienti  alla terapia e, quindi, una aumento del rischio di fratture.

Allo scopo di superare questi eventi avversi e migliorare l’aderenza alla terapia. negli ultimi anni molto interesse è stato rivolto allo studio di nuove formulazioni che conservassero l’efficacia terapeutica dell’alendronato, ma che, allo stesso tempo, fossero meno gastrolesive.

Da questi studi nasce una nuova formulazione di alendronato, autorizzata sia in Europa che negli Usa e denominato con il nome in codice EX101, da poco disponibile in terapia anche nel nostro Paese dove  è distribuita da Abiogen Pharma, una delle aziende che ha fatto la storia di questa classe di farmaci.

La nuova formulazione di alendronato è stata progettata per avere una completa solubilizzazione del principio attivo, così da ridurre il rischio di aderenza del particolato solido alle mucose esofagee,  in una soluzione con un pH relativamente elevato (circa 5) e tamponata, che  previene l’impatto dell’acidità dello stomaco in modo da minimizzare danni in caso di eventuale reflusso.

Il prodotto è disponibile in terapia sotto forma di compresse effervescenti contenenti 70 mg di acido alendronico (91,37 mg di alendronato triidrato sodico), da somministrare una volta a settimana. Il farmaco è’ indicato per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale perchè riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.

Nella nuova formulazione effervescente l’alendronato è micronizzato e si discioglie  completamente senza lasciare traccia in mezzo bicchiere d’acqua. La soluzione  tamponata mantiene il farmaco nella forma neutra, meno irritante per le mucose: allo svuotamento dello stomaco viene ripristinato il pH gastrico.  Tutto ciò consente anche una migliore aderenza del paziente alla terapia.

Da quando sono stati messi in commercio, i bisfosfonati sono stati utilizzati da centinaia di milioni di persone per la terapia dell’osteoporosi. Il loro profilo di sicurezza appare rimarchevole e oggi noto in ogni dettaglio. Rispetto agli studi registrativi iniziali, le successive valutazioni di farmacovigilanza hanno fatto emergere due eventi avversi inattesi: la comparsa della cosiddetta osteonecrosi mandibolare (osteonecrosis of the jaw, ONJ) e fratture atipiche subtrocanteriche del femore.

Tuttavia, la miglior conoscenza di questi due eventi avversi severi collegati alla terapia con bisfosfonati (ONJ e fratture atipiche) permette di affermare che oggi essi appaiono, oltre che rari, prevedibili e prevenibili.

La disponibilità di nuove formulazioni a migliorata tollerabilità gastrica dovrebbe consentire di aumentare anche l’aderenza alla terapia, da sempre l’ostacolo maggiore da superare nella cura dell’osteoporosi.

Perkins AC et al. Esophageal transit and in vivo disintegration of branded risedronate sodium tablets and two generic formulations of alendronic acid tablets: a single-center, single-blind, six-period crossover study in healthy female subjects. Clin Ther. 2008;30(5):834-44

Hodges LA et al. Modulation of gastric pH by a buffered soluble effervescent formulation: A possible means of improving gastric tolerability of alendronate. International Journal of Pharmaceutics 432 (2012) 57– 62

Torna all'archivio