Malattie reumatiche

Firenze, primo corso residenziale di farmacoeconomia in reumatologia

Si è svolto nei giorni 12-15 ottobre al Convitto della Calza di Firenze il Corso di farmacoeconomia in reumatologia.

Organizzato dai dottori Benucci e Mannoni, il corso è iniziato nella giornata di mercoledì valutando l'impatto epidemiologico della malattie reumatiche, in particolare dell'artrite reumatoide, con la relazione svolta dal Prof Cimmino, quella sulle spondiloartriti svolta dal Dr. Cassarà. Si è parlato di osteoporosi e delle fratture con la relazione svolta dal Dr. Piscitelli. Nella stessa giornata si sono susseguite le relazioni sui costi delle malattie reumatiche svolta dal Dr. Garbini.

Per oltre nove ore, nella giornata di giovedì, l'economista Dr. Iannazzo ha illustrato modelli di budget impact analysis con simulazioni partendo da studi clinici controllati e da modelli reali.

Nella giornata di venerdì sono state illustrate le raccomandazioni di utilizzo dei farmaci biologici nell'artrite reumatoide dal Dr Sarzi Puttini e dalla Dr.ssa Atzeni inoltre sono stati messi a confronto secondo il number-need-to-treat i vari farmaci per il trattamento dell'osteoporosi.

Sabato, il Dr. Ruggeri ha illustrato le proiezioni di spesa per l'artrite reumatoide fino al 2039. Poi, i partecipanti al corso hanno incontrato il Dr. Loredano Giorni, l'autorità della Regione Toscana che si occupa della politica del farmaco, che ha illustrato il significato della recente delibera 528 del 27 giugno 2011. Al dibattito ha partecipato anche l'associazione di pazienti ATMAR rappresentata dal Sig Giannelli.

Le conclusioni del corso hanno portato alle seguenti convinzioni. L'epidemiologia delle malattie reumatiche è in aumento e, secondo recenti stime, l'artrite reumatoide nel nostro Paese è arrivata a una prevalenza dello 0,49%. I pazienti in Italia in trattamento con farmaci biologici per artrite sono il 7,3%, al di sotto della media europea e di conseguenza in Italia i costi dei farmaci biologici sono al di sotto della media europea.

Esistono però delle incrongruenze e uno studio recente ha dimostrato che il 36% di questi pazienti era stato arruolato a biologico con un DAS28 tra 3,2 e il 5,1. L'uso di questi farmaci in prima linea e in monoterapia non è cost-effectiveness, le soglie dell'ICER ( Incremental Cost Effectiveness Ratio) dovrebbero essere adeguate al PIL italiano e pertanto la soglia dei 50mila euro, utilizzata in altri Paesi europei, non è accettabile per le nostre casse.

Preventivi analitici di spesa sulla base dell'epidemiologia, e software dedicati come Dotnet, presentato durante il corso, permettono di valutare i flussi in denaro a livello di singole ASL e a livello di singole UO, creano compensazioni ed eliminano l'inappropriatezza prescrittiva che rappresenta uno dei principali sprechi in tema di salute pubblica.

Dott. Maurizio Benucci


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