Malattie reumatiche

Sindrome di Schnitzler, efficace trattamento con canakinumab

I risultati di un piccolo trial clinico, condotto in aperto, hanno dimostrato l’efficacia e la buona tollerabilità del trattamento mensile endovena con canakinumab, un anticorpo monoclonale selettivo anti-IL-1β a lunga emivita di pazienti affetti dalla Sindrome di Schnitzler, a suffragare l’importanza del ruolo dell’IL-1β nella patogenesi della malattia.

Lo studio è stato pubblicato sul fascicolo di ottobre, già online, della rivista Annals of Rheumatic Diseases (1).

La sindrome di Schnitzler è una malattia autoinfiammatoria caratterizzata da orticaria cronica, paraproteinemia e da infiammazione sistemica. La prevalenza non è nota; sono stati descritti circa 150 casi, in particolare in Europa. Esordisce in media a 51 anni con una lieve predominanza maschile. Spesso sono necessari oltre 5 anni per formulare la diagnosi. Il primo segno clinico è di solito un'eruzione cutanea moderata e non pruriginosa (2).

La sindrome di Schnitzler è attualmente controllata da iniezioni giornaliere di anakinra, un farmaco che agisce contro il recettore dell'interleuchina-1 (IL-1). L’effetto di questa terapia, tuttavia, cessa non appena si interrompono  le iniezioni di farmaco.

Canakinumab è un anticorpo monoclonale interamente umano, sviluppato da Novartis, che inibisce IL-1 beta, una componente fondamentale nel corretto funzionamento delle difese del sistema immunitario. Un’eccessiva produzione di IL-1 beta svolge un ruolo centrale in determinate malattie infiammatorie, e se ne ipotizza un ruolo anche nella patogenesi della sindrome di Schnitzler.   

Il farmaco agisce neutralizzando IL-1 beta per un periodo protratto, inibendo il processo infiammatorio patologico sistemico e ripristinando l’omeostasi fisiologica. Recentemente, canakinumab ha ricevuto il via libera definitivo da parte della Commissione Europea per l’impiego nella  terapia dell’artrite idiopatica giovanile a esordio sistemico (una rara e severa malattia reumatica autoinfiammatoria che colpisce i pazienti sin dalla più giovane età), mentre a marzo il farmaco è stato approvato nella UE per il trattamento della gotta.

Obiettivo dello studio, pertanto, è stato quello di valutare l’efficacia a lungo termine e la safety dell’anticorpo monoclonale umano su un campione di 8 pazienti affetti dalla sindrome di Schnitzler. Questi sono stati sottoposti ad iniezione mensile sottocutanea di canakinumab (150 mg) per 6 mesi e ad un periodo di osservazione (senza trattamento) di ulteriori 3 mesi.

Outcome primario dello studio era rappresentato dalla remissione completa o clinica della malattia a 14 giorni dall’inizio del trattamento, mentre tra le misure di outcome secondario considerate vi erano la valutazione dei marker di infiammazione, la qualità della vita, il tempo alla recidiva, la valutazione di safety e la tollerabilità.

Ai pazienti con sindrome di Schnitzler era stato consentito di entrare in questo studio dopo interruzione del trattamento con anakinra, che aveva portato i pazienti a sviluppare nuovamente  i sintomi clinici della malattia di grado moderato-severo (malessere, orticaria senza prurito fino a forme brucianti di orticaria, febbre, artralgia o artrite).

I risultati hanno documentato, dopo il trattamento con canakinumab, il raggiungimento della condizione di remissione completa o clinica della malattia al 14esimo giorno, con un calo della media dei livelli plasmatici di proteina C-reattiva (CRP) (da 162 mg /L al basale a <10 mg / L al giorno 14esimo). I livelli di CRP si sono mantenuti bassi o non rilevabili anche dopo il termine della terapia. Durante il periodo di 6 mesi di trattamento, 1 paziente ha interrotto al 39imo giorno a causa di un ritorno dei sintomi, mentre tutti gli altri pazienti hanno mantenuto la condizione di remissione completa o clinica della malattia nel corso del trattamento.   

Nel periodo di follow-up successivo, della durata di 3 mesi, 4 pazienti sono andati incontro a recidivazione a seguito della sospensione del trattamento, mentre per 2 pazienti il beneficio del trattamento non si è interrotto anche dopo sospensione del farmaco.

Infine, per quanto riguarda la safety, 5 pazienti hanno sviluppato almeno un evento avverso (AE), generalmente rappresentato da infezioni a carico del tratto respiratorio superiore, mentre un paziente è deceduto per cause non attribuibili all’impiego del farmaco (incidente stradale).

1) de Koning HD et al. Sustained efficacy of the monoclonal anti-interleukin-1 beta antibody canakinumab in a 9-month trial in Schnitzler's syndrome. Ann Rheum Dis 2013;72:1634-1638 doi:10.1136/annrheumdis-2012-202192 
Leggi
2) Efficacy and Safety of the Anti-Interleukin-1 Beta Antibody Canakinumab in Patients With Schnitzler's Syndrome. Abstract 234, 31° Congresso dell'Accademia Europea of Allergy & Clinical Immunology (EAACI), 2012
Torna all'archivio