Malattie reumatiche

SpA e anti TNF, ridurre il dosaggio nei responders a dose piena si può

Uno studio presentato nel corso del congresso annuale EULAR ha dimostrato come, nel trattamento della spondilite anchilosante (SA), sia possibile ridurre il dosaggio dei farmaci anti-TNF impiegati, se l'attività di malattia è bassa.

La SA, come è noto, è una patologia reumatica infiammatoria frequente appartenente al gruppo delle spondiloartriti (SpA). I farmaci anti-TNF si sono rivelati molto efficaci nel controllo dell'infiammazione associata alla SA e nel migliorare i tratti clinici della malattia.

Ciò nonostante, i costi elevati  e gli eventi avversi (AEs) associati al loro impiego hanno sollecitato la ricerca clinica a sondare l'efficacia delle terapia con questi farmaci a dosi ridotte in pazienti responsivi inizialmente alla terapia a dosi piene. I ricercatori hanno pertanto messo a punto uno studio prospettico, condotto in un setting clinico reale anzichè ideale come quello dei trial clinici, nel corso del quale sono stati presi in considerazione 49 pazienti con bassa attività di malattia che erano stati precedentemente trattati con etanercept, adalimumab o infliximab tra il 2005 e il 2011.

I pazienti reclutati erano in prevalenza di sesso maschile, con un'età media di 46 anni, durata media dei sintomi pari a 20 anni e nell'83% dei casi HLA-B27 positivi.
L'attività di malattia, misurata dall'indice BASDAI (Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index), era pari a 6,2 prima del trattamento, considerando la condizione di malattia attiva identificata da punteggi di questo indice superiori a 4.

Prima della riduzione della dose, tutti i pazienti avevano mantenuto un punteggio dell'indice BASDAI inferiore a 4 per almeno 6 mesi sulla base di un regime posologico convenzionale, e il punteggio medio al momento della riduzione della dose era pari a 1,8.

I risultati hanno mostrato che, a sei mesi dalla riduzione posologica dei farmaci anti-TNF prescritti, il 71% dei pazienti non aveva avuto bisogno di aumentare nuovamente la dose. La percentuale di pazienti che è rimasta al trattamento a dose ridotta è stata del 54% a 12 mesi, del 47% a 18 mesi e del 42% a 24 mesi.

Quanto ai punteggi relativi all'indice BASDAI, questi sono rimasti al di sotto di 4 (ad indicare bassa attività di malattia) nell'88% dei pazienti a 6 mesi, nell'83% a 12 mesi, nell'89% a 18 mesi e nell'86% a 2 anni.
Sul totale dei pazienti considerati nello studio,  25 sono andati incontro a recidivazione di malattia e, di questi, 23 sono ritornati al trattamento con i farmaci prescritti a dose piena. Ciò ha permesso loro di ritornare ad avere di nuovo bassa attività di malattia.

Due pazienti hanno interrotto il trattamento con il farmaco anti-TNF prescritto, in un caso per l'insorgenza di un evento avverso e nell'altro per mancanza di efficacia a seguito dello sviluppo di anticorpi.
Alla luce di questi risultati incoraggianti, per quanto ottenuti su una casistica molto limitata di pazienti e con un follow-up non esteso (2 anni) gli autori dello studio hanno intenzione di approfondire il tema delle misure oggettive di malattia e di guardare agli effetti della riduzione posologica sulla progressione radiografica dell'AS.

Arends S, et al "Successful dose reduction of TNF-alpha blocking agents in ankylosing spondylitis patients with stable low disease activity" EULAR 2013; Abstract FRI0422.


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