Malattie reumatiche

Spondilite anchilosante: i farmaci anti-TNF rallentano progressione aterosclerosi subclinica

I risultati di uno studio pubblicato online ahead-of-print sulla rivista Annals of Rheumatic Diseases hanno dimostrato come l’impiego di farmaci inibitori del TNF potrebbe essere in grado di stabilizzare o quanto meno rallentare la progressione di aterosclerosi subclinica in pazienti affetti da spondilite anchilosante (AS). Quanto osservato si tradurrebbe in una riduzione del rischio cardiovascolare (CV) in questi pazienti.

“Come è noto, L’AS, una malattia infiammatoria cronica delle articolazioni sacro-iliache e del rachide, è associata ad un incremento del rischio di malattie CV – si legge nell’introduzione al lavoro. – A tal riguardo, se disordini CV specifici (come la malattia valvolare o disturbi della conduzione) sono di frequente riscontro nei pazienti con AS, anche l’accelerazione dell’aterosclerosi rende più suscettibili questi pazienti ad andare incontro a malattie CV.“Studi presenti in letteratura – continuano gli autori – hanno documentato un aumento dello spessore dell’intima-media (cIMT) e dell’elasticità vascolare a livello delle carotidi in pazienti affetti da AS.”

In letteratura i dati su un possibile ruolo dei farmaci anti-TNF nel ridurre l’infiammazione e, in tal modo, migliorare il rischio di malattie CV, come misurato dai marker subclinici di aterosclerosi (cIMT e l’elasticità vascolare) sono discordanti. L’impossibilità, per ragioni etiche, di condurre un trial vs placebo in pazienti con AS per questo outcome specifico, ha portato all’allestimento di questo studio prospettico osservazionale, che ha valutato in modo longitudinale la cIMT e l’elasticità vascolare in una coorte di pazienti con AS che utilizzavano farmaci anti-TNF al basale, mettendo a confronto i pazienti con AS che interrompevano il trattamento con questi farmaci nel corso del follow-up con quelli che non lo facevano.

A tal scopo, sono stati reclutati 81 pazienti affetti da AS, che soddisfacevano i criteri diagnostici “modified New York” della malattia, in trattamento con farmaci anti-TNF e sottoposti ad ultrasonografia ad alta risoluzione per determinare cIMT e l’elasticità vascolare (espressa dal parametro Young’s elastic modulus= YEM) all’inizio del periodo di osservazione. Di questi, 67 si sono presentati nuovamente al centro clinico di reclutamento nel trial dopo un follow-up di 4,9 anni, e 12 (il 15% del totale) aveva interrotto il trattamento con farmaci anti-TNF.

Sia all’inizio del periodo di osservazione che alla fine del periodo di follow-up, i pazienti che avevano completato lo studio sono stati sottoposti a valutazioni relative:
- all’impiego del farmaco (risposta al trattamento espressa come risposta ASAS 20, ASAS40 e risposta ai criteri ASAS di remissione parziale)
- ai fattori legati all’AS (punteggi BASDAI - Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index – e ASDAS - The AS disease activity score- espressione dell’attività di malattia; livelli di proteina reattiva C e di VES)
- ai fattori di rischio CV
- ai valori di cIMT e YEM (mediante ultrasonografia carotidea)

I risultati, dopo 4,9 anni di follow-up, hanno documentato che i valori di cIMT non variavano in modo significativo nei pazienti che continuavano il trattamento con farmaci anti-TNF (+0,011 mm; p=0,561) a differenza di quanto osservato nei pazienti che non proseguivano il trattamento (+0,057 mm; p=0,069). Analisi matematiche di correlazione, inoltre, hanno documentato come l’effetto osservato con i farmaci anti-TNF fosse mediato prevalentemente dalla successiva riduzione dell’attività di malattia (espressa dall’indice BASDAI).

Quanto invece all’elasticità vascolare (misurata dal parametro YEM), lo studio non ha rilevato l’esistenza di differenze significative tra i 2 gruppi considerati.

In conclusione, lo studio indica come i pazienti trattati con farmaci anti-TNF mostrino un sostanziale rallentamento della progressione di cIMT rispetto a quelli che hanno sospeso il trattamento, sostenuto da un miglioramento dei fattori legati all’AS (attività di malattia). “Tuttavia – ricordano gli autori – è ancora tutto da verificare se queste modifiche favorevoli possano tradursi in una riduzione generalizzata dell’incidenza di malattie CV in presenza di AS. Di qui la necessità di conferme sul potenziale cardioprotettivo dei farmaci anti-TNF, attese da studi futuri di dimensioni adeguate”.

Van Sijl AM et al. Tumor necrosis factor blocking agents and progression of subclinical atherosclerosis in patients with ankilosing spondylitis. Ann Rheum Dis Published Online First:[3 October 2013] doi:10.1136/annrheumdis-2013-203934
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